23.5.22

LA DANZA DEI FENICOTTERI

 21-22.05.2022 TORRE COLIMENA - MANDURIA (TA)

Torre Colimena Salina dei Monaci Manduria Taranto Puglia


Il nostro van “Odisseo” oggi compie due mesi e cinquemiladuecento chilometri. Lo festeggiamo in un angolo di natura incontaminata che si trova nel territorio di Manduria, immersi in una suggestiva ed emozionante macchia mediterranea che sa di ginestra spinosa, lentisco, mirto e criso che tuffano il loro verde acceso in un mare cristallino da un lato e nella lucente salina dall’altro.

Fra le dune sabbiose, al tramonto, planano con un’elegante danza i fenicotteri rosa che popolano questi mille ettari di riserva naturale. Tra gru, cigni, germani reali, oche selvatiche, aironi e martin pescatore, svetta alta la torre Colimena, voluta da Carlo V a difesa della penisola salentina dalle incursioni turche. Seduti all’ombra della sua monumentale scala d’accesso a tre arcate, ci godiamo la vista che spazia lontano verso l’orizzonte.

Torre Colimena Salina dei Monaci Manduria Taranto Puglia


Sul lungomare si alternano ristorantini di pesce a piccoli alimentari di paese, negozietti di articoli per il mare, pescherie e fruttivendoli con le cassette di verdura in bella mostra sul marciapiede. E’ tutto un gran vociare in un dialetto molto musicale a tratti incomprensibile. La stagione estiva è alle porte e tutti sembrano già pronti. Entriamo nella pescheria del ristorante “La Zattera” e il banco del pesce fresco ci fa venire l’acquolina in bocca. Questa sera sarà lo chef Pompilio a prepararci la cena. Seduti al nostro tavolo vista mare, l’aria che si respira è quella di una taverna spartana molto alla mano: cataste di piatti vuoti sul tavolo pronti ad accogliere i gusci dei frutti di mare, contenitori zeppi di tovaglioli di carta per levar via alla meglio l’unto del pesce mangiato con le mani, cestini di plastica pieni di fette di pane casereccio. Qui sicuramente il galateo e la cortesia non la fanno da padrona, ma in compenso il cibo è ottimo. Mi tuffo nel mio piatto di Crìtimi (finocchio marino) ed è subito magia. Questa particolare specie vegetale che invade gli scogli lungo la costa, cresce letteralmente fra la terra e il mare e il sapore delle sue foglie carnose è una vera prelibatezza. Con un buon bicchiere di vino bianco brindiamo al nostro Odisseo, prima di andare a dormire cullati dal rumore delle onde del mare e invasi dal chiarore delle stelle che entra prepotente dalle finestre del van.

Torre Colimena Salina dei Monaci Manduria Taranto Puglia


Il buongiorno preannuncia temperature estive ben al di sopra dei 30 gradi. Lo scirocco infuocato invita ad un bagno rinfrescante. I bambini giocano a palla sull’immensa spiaggia di sabbia finissima che, alle 9:00, è ancora tutta solo ed esclusivamente per loro.

La mattina scorre lenta e serafica, con gli aironi e i gabbiani che, di tanto in tanto, volteggiano eleganti sulle nostre teste. Su e giù per le dune raccogliamo un pò di erba di mare (è con questo nome che in Salento è conosciuto il finocchio marino) . Una volta in camper la sbollenteremo in acqua e aceto e la conserveremo con l’aggiunta di olio d’oliva, sale e foglie di menta. Per tutta l’estate avremo i nostri Crìtimi da aggiungere per insaporire le friselle salentine ovunque saremo.

A mezzogiorno, il sole a picco sulle nostre teste ci sta per cuocere e l’unica alternativa è quella di tornare al van. Troviamo il parcheggio allegramente vivo e pieno; di camper ce ne sono sette oltre al nostro.  Pranziamo fra i papaveri e le margherite gialle, con l’azzurro intenso del mare e il celeste pastello del cielo a farci compagnia.

Area sosta camper Torre Colimena Salina dei Monaci Manduria Taranto Puglia



14.5.22

Di museo in museo fino alla riva del mare

Rossano (CS) 14.05.2022

Museo Liquirizia Amarelli Rossano Calabria Cosenza
Dopo una notte estremamente tranquilla e una deliziosa colazione in compagnia di Tonino, lasciamo Rotondella per dirigerci finalmente verso la nostra agognata scorta di liquirizie Amarelli. Con il blu intenso del mar Jonio che ci tiene costantemente compagnia sulla sinistra lungo tutta la strada, cominciamo ad informarci un pò sulla cittadina che ci ospiterà oggi. Non facciamo in tempo a raggiungere il museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” che già abbiamo prenotato una visita al museo diocesano e del Codex. Rossano ha davvero tanto da offrire, tra lo scintillante azzurro della costa e le infinite tonalità di verde dell’entroterra.

Alle 10:00 siamo davanti allo shop della Amarelli, quasi con la bava alla bocca di fronte alle vetrine cariche di sassolini, gommose, spezzatine… Il sole picchia forte e la pressione si abbassa: abbiamo giusto bisogno di radici saporite da masticare! 

In un lungo tour tra incisioni, documenti, libri, attrezzi agricoli, oggetti quotidiani e fotografie, scopriamo i segreti della lavorazione della liquirizia e ci perdiamo nell’osservare e nel toccare ammassi neri e duri simili alla roccia lavica accanto a ceste stracolme di radici nodose.

Finalmente mia figlia è pienamente soddisfatta, con gli angoli della bocca colorati di nero e il sorriso enorme di chi ha ottenuto il meglio che potesse desiderare. La liquirizia è sua e per lei la vacanza potrebbe anche finire qui. 

Per noi no. Ormai abbiamo deciso: il comune che ospita uno degli evangeliari più antichi al mondo, inserito nella lista dei beni del patrimonio UNESCO, non può essere salutato così alla leggera. Il tempo di una breve sosta ai piedi del centro storico e siamo pronti per la visita del museo diocesano e del Codex. E’ difficile nascondere l’emozione alla vista delle sottilissime pergamene minuziosamente decorate d'oro e d’argento. 

Museo Rossano Cosenza Basilicata Codex

Per più di mezz’ora subissiamo di domande la guida che ci accompagna fra numerose teche in giro per le sale. Usciti estasiati dal palazzo arcivescovile, il sole ci acceca e ci brucia la pelle. E’ ancora il mese di maggio, ma l’estate sembra essersi affacciata prepotente ed in netto anticipo. Non ci resta che cercare refrigerio nelle acque dello Jonio. 

La spiaggia di Lido Sant’Angelo si stende ai piedi della Sila Greca e la sabbia pare composta da innumerevoli spezzatine di liquirizia Amarelli ricoperte di zucchero brillante e colorato. Se non fosse per la centrale Enel che, con le sue ciminiere, ne compromette irrimediabilmente lo sguardo sull’orizzonte montuoso, questo angolo di Calabria sarebbe realmente il paradiso. Il mare è azzurro, limpido e con fondali dolcemente digradanti. Ovviamente non ci facciamo trovare impreparati. Due teli da mare, costumi da bagno e via, immersi in un’acqua abbastanza fredda da risultare rigenerante.

Rossano Cosenza Calabria Mare



13.5.22

Una pausa caffè a Rotondella

Rotondella Matera Basialicata
Quando hai un van e tua figlia ti chiede un bastoncino di liquirizia, un breve tragitto fino alla più vicina erboristeria ecco che si trasforma in un viaggio di quasi 300 chilometri in sola andata fino a Rossano Calabro!

Rotondella Matera Basilicata
Partiamo da Soleto  nel primo pomeriggio. Superata Taranto abbiamo già voglia di una pausa caffè. Guardiamo verso il lato occidentale della E90 e, con l’aiuto della mappa, individuiamo Rotondella. Ci piacciono fin da subito la posizione e la forma di questo piccolo borgo. La pausa caffè è aggiudicata!

“Il balcone sullo Jonio”: è così che è conosciuta questa spirale di vicoletti labirintici che si inerpicano fino in cima ad un’altura che offre viste spettacolari. Lo sguardo si perde fino al mare su tutto il golfo di Taranto e persino oltre fino alle coste salentine. Fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia questo paese di poco più di 2000 abitanti in provincia di Matera, da molti ancora ricordato come Rotunda Maris.

Ci fermiamo al Tropical bar dove conosciamo Tonino ed è subito amicizia. Di fronte ad un caffè in ghiaccio, una birra Raffo e due stuzzichini, è subito un chiacchierare fitto fitto di Lucania, di bellezze da scoprire e di racconti da tramandare. Parlando dei nostri trascorsi in questa regione ci soffermiamo ad approfondire dicerie e leggende che gravitano attorno ad un altro paesino qui nei dintorni: l’innominabile.

Colobraro ha la fama di “portare iella” e questo già lo sapevo. Solo non ne conoscevo il motivo. Tonino ci racconta che, negli anni quaranta, il podestà di “quel paese”, durante una riunione tenutasi nel salone della Provincia di Matera, avvisò i presenti che l’imponente lampadario della sala sarebbe crollato. La sfortuna volle che questo, secondo quanto narra la leggenda, cadde veramente e che, essendo adornato di aculei, fece anche molte vittime.

Da quel momento il paese d’origine di Don Virgilio fu bollato come porta sfortuna. Tonino ridacchia mentre prosegue raccontandoci che bastò questa triste coincidenza per far sì che le malelingue dei paesi limitrofi iniziassero a parlare di Colobraro come di un paese da non nominare, convinte che solo a pronunciare il suo nome potesse accadere qualcosa di brutto. Ecco che Colobraro è a tutt’oggi “quel paese”.


Rotondella Matera Basilicata

Ci allontaniamo dal bar allegri, sorridenti negli sguardi e nel cuore; i bambini hanno ancora in mano le ciambelle al cioccolato che Tonino ha offerto loro. Le mangiano con gusto mentre corrono a giocare a nascondino in questo dedalo di viuzze strette e silenziose che, sopraggiunta la sera, si stanno trasformando pian piano in una scena da piccolo grazioso presepe, illuminato dalla luce calda dei lampioncini che sporgono dai muri delle case arroccate sui costoni di roccia. La pausa caffè si è protratta ormai troppo a lungo; mi sa tanto che, per questa notte, ci conviene restare a dormire qui. Domani è un’altro giorno e la liquirizia può anche aspettare.


7.5.22

Racconti bagnati di mete mancate

06/07.05.22 FARDELLA

Area Sosta Camper Fardella Van Pitenza Basilicata


E’ proprio vero che la Basilicata è tutta da scoprire e fa venir voglia di girovagare sempre alla scoperta di nuovi angoli nascosti, ma alcuni comuni di questa regione chiedono a gran voce un periodico ritorno. L’accoglienza è spesso talmente familiare da legarti a doppio filo ad alcuni luoghi. E così siamo di nuovo a Fardella, da Gennarino, Biagio, Vincenza… a passeggiare fra boschi ombrosi alla ricerca di sorgenti di acqua pura, fra i vicoli del centro storico alla scoperta dei suoi preziosi portali, nelle campagne piene di frutti a perdere lo sguardo verso il Pollino. 

Questa terra di immigrati prima e di emigranti poi, di intere famiglie partite nella speranza di migliori condizioni economiche e a volte tornate, ci ha rapiti riempiendoci il cuore.

Fardella, con i suoi poco più che 500 abitanti è il luogo perfetto per chi è alla ricerca di un tranquillo eremo ospitale dove la modernità non ha scalfito il sapore dell’antico.

Siamo qui da poche ore sotto ad un nuvolone che preannuncia pioggia e che lascia intravedere i raggi del sole solo di tanto in tanto, ma siamo felici. Le salsicce fresche, primo acquisto obbligato, son già nel frigo e il salame speziato al peperone sta già solleticando le nostre papille gustative. Mentre ci avviamo verso il ristorante di Biagio, dalle finestre vien già fuori profumo di tagliata di manzo ai porcini. Usciti dal ristorante, sazi e appagati, il nuvolone sulle nostre teste copre la vista della luna e delle stelle. E’ maggio e fa freddo. Si preannuncia pioggia. E’ soprattutto grazie all’ottimo vino che abbiamo in corpo, se decidiamo di provarci comunque: questa notte dormiremo qui, sognando il sole. 


Pizzeria Novecento da Biagio Fardella Tagliata di Manzo Basilicata

Ad una notte di pioggia segue una mattina di pioggia. Per andare a far colazione al bar dobbiamo dotarci di ombrello. La speranza di una bella giornata è l’ultima a morire e credo proprio che oggi morirà annegata!

Al tavolo del bar si ragiona meglio. L’idea sarebbe quella di raggiungere San Costantino Albanese per la festa della Madonna della Stella.

L’idea di visitare un paese fondato da popolazioni albanesi che conserva ancora oggi l’identità, le funzioni religiose in rito bizantino, i costumi e l’arbërishtë (l’antico idioma albanese), ci solletica non poco la fantasia.

Oggi, come ogni seconda domenica di maggio, a San Costantino Albanese, i “Nusazit” (pupazzi antropomorfi di cartapesta) vengono esposti su un palco nella piazza principale, riempiti con polvere pirica e razzi, vengono fatti detonare alla presenza di tutta la comunità in festa.

Pensiamo debba trattarsi di una celebrazione molto molto interessante e saremmo spinti a sfidare il meteo per raggiungere subito la val Sarmento, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, e il piccolo paesino a 650 metri sul livello del mare.

Leggiamo on line qualche informazione aggiuntiva su questa ricorrenza e scopriamo con stupore che i “Nusazit” sono pupazzi a grandezza naturale che raffigurano una donna (nusja), un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi). La donna è vestita con il costume di gala albanese; l’uomo, vestito con il tradizionale costume con il cappello a punta, porta due forme di ricotta; il Diavolo ha due facce, quattro corna, i piedi a zoccolo di cavallo (Kemb rrutullore), porta in mano una forca (furrçilja) e la catena del paiolo (Kamastra).

Oltre ai Nusazit, in occasione della festa, viene realizzato un altro pupazzo di cartapesta imbottito di polvere pirica, raffigurante un cavallo col Cavaliere (Kali) pieno anch’ esso di petardi, che viene acceso la sera della vigilia della festa in piazza. Il cavallo con il cavaliere ha un telaio rettangolare ed è trasportato con passo saltellante da un uomo posto al suo interno.

La sera della vigilia è giusto questa sera. Non possiamo certo restare qui a Fardella. Bisognerà approfittare dell’occasione e spostarci a San Costantino.

Inoltre potremo finalmente assistere ad una messa officiata con il rito Greco-Bizantino quasi interamente cantata in albanese antico.

Dopo più di un’ora a bere caffè e a controllare previsioni meteo con lo sguardo perso nel grigio umido che copre il cielo fuori dalla finestra, decidiamo di contattare la Pro Loco di San Costantino per ricevere l’aiuto decisivo ai fini della nostra scelta sul da farsi. Il risultato della telefonata affoga definitivamente tutte le nostre ultime speranze in un’enorme bacinella di pioggia. Il cavallo e gli altri pupi sono zuppi e il legno zuppo, da che mondo è mondo, non brucia. Niente fuochi, niente festa! 

Dopo un’altra ora e qualche altro caffè, siamo ancora al tavolo del bar e il cielo è ancora plumbeo.

Fardella Potenza Basilicata

Smette di piovere solo all’ora di pranzo, il momento ideale per alzarsi da una sedia e andarsi a sedere su un’altra. L’importante è avere sempre un tavolo imbandito di fronte!

Fra i peperoni cruschi che ci ha offerto Gennarino (il gestore dell’area sosta camper), le uova fresche regalateci da Biagio (il proprietario del ristorante che ci ha accolti ieri sera), la salsiccia speziata, un litro di vino e del liquore fatto in casa, il pranzo è servito. Attorno all’unica tavolata ci si ritrova in tanti: salentini, romani, cuneesi, svizzeri, tedeschi e olandesi. Nel frattempo il vento e il timido sole provvederanno ad asciugare il terreno per concederci la possibilità di una passeggiata nei boschi, almeno nel pomeriggio. 

Effettivamente, dopo pranzo, la pioggia ci concede una tregua. Allegri e spensierati ci dirigiamo verso la cappella della Madonna del Rosario e, da lì, proseguiamo per il belvedere. Un passo dopo l’altro, tutti in salita. Passi lenti e cadenzati lungo una striscia d’asfalto ripida. Passi che hanno un obbiettivo: arrivare a perdere lo sguardo sull’intero borgo con il campanile della chiesa madre che svetta alto e, ancora più lontano, su Teana, Chiaromonte e la valle di Serrapotamo, fino a vedere persino la diga di Senise, la più grande d’Europa in terra battuta.

A destinazione ci guardiamo attorno: grigio a destra, grigio a sinistra, grigio all’orizzonte insolitamente vicino. Il grigio ci circonda ed è pure in basso, sotto ai nostri piedi. Siamo in una nuvola! Una volta che ci siamo capacitati di aver fallito l’obiettivo, non ci resta che ritornare sui nostri passi, lenti e cadenzati, questa volta in discesa.

Area sosta camper Fardella Potenza Basilicata




LA DANZA DEI FENICOTTERI

  21-22.05.2022 TORRE COLIMENA - MANDURIA (TA) Il nostro van “Odisseo” oggi compie due mesi e cinquemiladuecento chilometri. Lo festeggiamo ...